mercoledì 6 marzo 2024 6 vostri commenti

Delle parole e dell’amore

Si combatte contro questo libro. In balia dell’amore, che traspare in ogni parola, tra ogni riga, e del dolore di una malattia degenerativa.

“Stai per compiere ottantadue anni. Sei rimpicciolita di sei centimetri, non pesi che quarantacinque chili e sei sempre bella, elegante e desiderabile. Sono cinquantotto anni che viviamo insieme e ti amo più che mai. Porto di nuovo in fondo al petto un vuoto divorante che solo il calore del tuo corpo contro il mio riempie.”

Si ricevono carezze da questo libro, parole come doni quotidiani, colonne che sorreggono il peso dell’altro e ascolto. 

“Ti eri unita, dicevi, con qualcuno che non poteva vivere senza scrivere e tu sapevi che colui che vuol essere scrittore ha bisogno di potersi isolare, di prendere appunti in ogni ora del giorno o della notte; che il suo lavoro sul linguaggio prosegue molto dopo aver posato la penna, e che può impossessarsi totalmente di lui all'improvviso, nel bel mezzo di un pasto o di una conversazione. “

Tanto ascolto.

lunedì 26 febbraio 2024 7 vostri commenti

Crepe d’attesa

Sono un frequentatore assiduo di sale d’attesa ultimamente, l’età che avanza dei miei porta anche a questo.

Mi tornano in mente le attese di quando ero piccolo e accompagnavo mamma dal medico, il tavolone in mezzo alla sala con le solite riviste, quella frase ormai consuetudine “l’ultimo chi è”. Poi l’attesa, diversa da oggi. Adesso spesso non si vedono le facce perché chine sugli schermi luminosi. I silenzi di imbarazzo a volte sembrano non sentire tempo e assomigliano a quelli di una volta, che ti permettevano di sapere vita morte e miracoli di chi era in stanza dal medico prima di te. Altro che privacy. 

Rimane il fatto che ancora diamo poco peso all’ambiente che dovrebbe accogliere, che dovrebbe rassicurare chi sta aspettando per un intervento o chi come parente é in attesa dell’uscita. 

Si fissano porte che non si aprono mai, non ci sono parole magiche. Ma rumori sinistri di ventole in azione. 

Spesso le sale d’attesa sono angoli brutti, usate come ripostiglio temporaneo, senza foto o immagini e con colori che ricordano il viso dell’indigestione.

Lì dove dovrebbe iniziare la cura spesso si è invisibili e anche una crepa può fare compagnia.

lunedì 22 gennaio 2024 7 vostri commenti

Una rivoluzione per la cura

76 anni, paziente oncologica, 30 ore su una barella del Pronto Soccorso di Genova. 

Questo è lo stato della Sanità Ligure, una vergogna che si ripete ogni giorno. Una quotidianità a cui ormai la popolazione sembra essere abituata, come se non le riguardasse direttamente se non nel momento in cui un parente, un amico o direttamente si finisce in una corsia. 

E' una sconfitta di tutti, il culmine di un atteggiamento di disinteresse di una società che ha deciso di porre l'attenzione su altro. La cura degli altri non ci interessa. La nostra cura interessa solamente quando succede un problema. 

Non è una società quella che decide di far morire le persone, perché è di questo che stiamo parlando. Stiamo privatizzando tutto, neanche tanto silenziosamente, e ci stiamo privando di un bene prezioso, la sanità pubblica. 

Difficile trovare una soluzione, il senso di frustrazione è sempre più alto. Quando un sistema va in tilt, non funziona, l'unica soluzione sarebbe una vera e propria rivoluzione. 

Ma dietro c'è il nulla. 

giovedì 11 gennaio 2024 6 vostri commenti

Non se ne sono mai andati

Questo è un paese profondamente fascista da sempre. Un minuto dopo la Liberazione molti ex fascisti erano già a ricoprire cariche pubbliche importanti. Un Movimento Sociale che si richiamava al ventennio e che per anni è stato in Parlamento, i suoi eredi sappiamo bene dove stanno. 

Raduni fascisti ne abbiamo visti ovunque, ne ricordo più di uno qui a Genova, sempre autorizzati, anche quando al governo c'erano quelli che "dicono" di essere di sinistra. 

E' una vergogna di Stato continua, non una novità. 

Qui però si va oltre e prendono il nome di chi urla W L'Italia Antifascista. 

A volte tornano, anzi non se ne sono mai andati.

lunedì 8 gennaio 2024 4 vostri commenti

Sguardi, persi.

In un ristorante entrano padre e figlio. 

Scelgono un tavolo, in silenzio. 

Si siedono. 

Ordinano, forse.

In silenzio.

Poi, il nulla. 

Non una parola. 

Il volto del padre rivolto verso il bancone del bar, quasi assente, annoiato.

Gli occhi del bambino puntati verso un piccolo schermo, on line.

Tutto in linea, coi tempi.

Così il padre lo segue, anche i suoi occhi sul suo piccolo schermo. 

In rete, ma scollegati. 

Cosa stiamo facendo?!?

lunedì 1 gennaio 2024 6 vostri commenti

Non sarà un buon anno

E’ stato un anno difficile e so che quelli che verranno probabilmente lo saranno ancora di più. 

Ho perso persone importanti nel mio cammino, meravigliose, indimenticabili. Porto con me ogni giorno il ricordo di Anna.

Inizio a non ricordarmi più la voce di mamma, il suo modo di camminare, il suo sorriso.

Mi manca la spensieratezza di papà e della nostra casa.

Ma so anche che non devo fermarmi nel lamento, perché altrove, davvero, il dolore è ancora maggiore.

Sto imparando a capire su chi potrò contare, non tanti ahimè, e a tenermi stretto il valore di chi ci sta vicino. Con la speranza di avere gli strumenti per prendere le decisioni giuste. 

Non posso augurare però buon anno. 

Perché so già che non lo sarà. Perché l’individualismo che ci accerchia e’ tanto, perché siamo sempre meno a lottare, perché il disagio sociale ormai lo si può vedere ad ogni angolo di strada. Perché la maggioranza ha deciso che non è importante lottare per una Sanità che funzioni. Perché ormai è più facile voltarsi dall’altra parte piuttosto che impegnarsi per qualcuno. Perché troppi genitori hanno deciso che il valore dell’educazione ormai è cosa di altri tempi. 

Quindi se potete abbracciate di più chi sta male, chiedetegli una volta ancora come sta, telefonate a chi ha una malattia che la condanna alla solitudine, non date per scontato dirsi “ti voglio bene”, credete nel valore rivoluzionario di un gesto di gentilezza. Riconoscete l’importanza del prendersi cura di qualcuno, del vederlo, ascoltarlo. Lottate per il diritto di esistere di coloro che non hanno voce. Esponetevi anche a rischio di perdere qualcosa di importante. Date spazio al silenzio vostro e alle parole dell’altro. Attendete senza fretta e quando è possibile annoiatevi. Togliete uno schermo anonimo dalle mani di vostro figlio e dategli una poesia da leggere, insieme. 

E poi state con chi vi dona attimi di respiro. Aria fresca da una finestra spalancata. Dove mostrare il cuore. 

Con gli occhi sognanti di un bambino. 

martedì 5 dicembre 2023 12 vostri commenti

Soldi di destra

Genova ha molte bellezze nascoste. Una è a cielo aperto, visitabile, ricca di monumenti ed opere d'arte. Colma di ricordo e silenzio, il Cimitero di Staglieno. 

Oltre a quelle dei propri cari si possono visitare diverse tombe di personaggi illustri come Mazzini, De André, il Pantheon. Oppure quelle di donne e uomini della strada che prima di passare a miglior vita decisero di lasciare un segno significativo del loro passaggio. 

C'è un campo in particolare che passo sempre a salutare, quello dei partigiani. Nomi di battaglia sulle lapidi e date che richiamano ad una gioventù lasciata andare per difendere la libertà.

Peccato che Staglieno stia letteralmente crollando, totalmente dimenticato dal Comune di Genova. Transenne, scalini che cadono a pezzi, tombe irraggiungibili da anni, acqua che cola, infiltrazioni, pericoli ad ogni angolo. 

Il silenzio del Comune fino a ieri, quando un ordine del giorno, o meglio, un capitolo di spesa da votare ha portato l'attenzione ad una cifra. Quasi 2 milioni di euro da spendere per la ristrutturazione del Sacrario dei caduti di Salò. Repubblichini, ovvero fascisti. 

A questo siamo arrivati. Normali cittadini che vedono i propri cari sprofondare, il degrado che avanza ovunque e il Comune di Genova trova i soldi, come per magia, per i fascisti. 

E' necessario una volta per tutte dire che quelle morti non possono essere messe sullo stesso piano, che quel sacrario non dovrebbe nemmeno esistere. 

2 milioni di euro che gridano alla vergogna, mentre il Comune non trova mai soldi per le periferie, per i marciapiedi, per i servizi educativi. Un insulto che continua.

domenica 19 novembre 2023 6 vostri commenti

Silenzio

Fate una ricerca su Internet, e’ semplice e veloce da fare. Scrivete Centri Antiviolenza.

Troverete un elenco di link che riguardano i tagli che in questi anni hanno dovuto affrontare anche solo per poter esistere.

Molti dovrebbero solo fare silenzio.

venerdì 13 ottobre 2023 6 vostri commenti

Cioccolata

Ricordo l’attesa della cioccolata per merenda. Io e mio fratello davanti alla televisione e sul tavolo la focaccia da  pucciare. 

Oppure quella bevuta in un rifugio dopo tanto cammino,sognata, conquistata.

Piacere e gusto che vengono appagati. Un po’ anche dall’attesa stessa.

Ma non è tanto la sostanza quanto il contorno, l’attimo vissuto e la mente libera. 

Cioccolata può essere anche una tazza rotta con dentro il latte di mandorla.

Può essere un grazie, un buongiorno o un come stai.

Può essere la notizia di mamma che ha preso due chili.

Piccoli attimi di serenità, conquistati.

Come la cioccolata in vetta. 

lunedì 9 ottobre 2023 4 vostri commenti

Vajont, 60 anni.

 


Non scorderò mai le immagini del Vajont. Ricordo di un viaggio in pullman con i miei genitori per raggiungere la montagna. Ho ancora in mente una distesa bianca e il nulla, là dove prima c'era la vita. 

Non potevo capire allora, ma già avvertivo il dolore dell'ingiustizia di un paese dove la verità viene coperta, così come è successo in quelle terre. 

Il resto purtroppo lo conosciamo. Insabbiamenti, affari e politica che si intrecciano e tante voci mai ascoltate. 

Sono passati tanti anni ma siamo sempre lì fermi a quell'ottobre del 1963.

venerdì 22 settembre 2023 11 vostri commenti

Storie dismesse



In giro se ne vedono sempre meno. Lentamente le stanno dismettendo.

Testimoni di salvataggi dagli acquazzoni.

Di incontri fugaci o baci rubati.
Di scherzi telefonici.
Di gettoni che cadevano a 200 all'ora come una vincita alla slot machine.
Di sporcizia ventennale.
Di cornette meravigliosamente senza filo.
Di tristi addii ai gettoni .
Di collezione di tessere telecom.
Di gente che bussava alle porte urlando "haiii finitoooo!!!".
Di appuntamenti dati, attesi o bucati.
Quante storie si porteranno via...
lunedì 11 settembre 2023 10 vostri commenti

L'Altro

Ho avuto la fortuna di incontrare ottimi maestri durante la mia vita. Persone che hanno tracciato un sentiero, dove mettere i piedi ben saldi, dove i pericoli vengono superati grazie ad una mano tesa, all'attesa di chi rimane indietro, chi non ce la fa, chi vede il traguardo sempre più distante. 

Sto ancora imparando e cercando di mettere in atto nel quotidiano piccoli gesti di bellezza a partire dall'ascolto. 

Sempre più spesso in ambulatorio mi capita di ricevere persone che, oltre al loro problema specifico dettato dalla disabilità, hanno bisogno di essere ascoltate. Per ciò che sono, per ciò che vivono sulla loro pelle. 

A volte sembrano quasi voler chiedere scusa per questa necessità di parlare, raccontarsi, trovare un luogo sicuro dove ricevere ascolto. 

Il mondo, però, sembra andare in direzione contraria, la fretta e l'individualismo in primis portano le persone a non accorgersi di chi su ha davanti e chiede di essere visto. 


lunedì 14 agosto 2023 7 vostri commenti

Noi sopravvissuti non dimenticheremo

5 anni.

43 vittime.

Ancora nessuno che ha pagato per l’ennesima strage. Un ponte che crolla non può essere una cosa normale. 

La politica eviti di fare passerelle perché i colpevoli stanno proprio nelle stanze del potere.

Genova non dimenticherà mai.

venerdì 11 agosto 2023 5 vostri commenti

Agosto

Ricordo quell'agosto da bambino. Un mese particolare, perché l'estate si avviava verso la fine ma contemporaneamente entrava in quel periodo dell'anno tanto atteso. 

Ricordo i pranzi interminabili sotto il sole in mezzo alla spiaggia. L'ombra non era contemplata e le lasagne diventavano inspiegabilmente un piatto estivo. 

Ricordo le attese infinite al campetto di calcio per cercare di giocare almeno qualche minuto quando i "grandi" ce lo concedevano. 

Ricordo guardie e ladri interminabile in mezzo alla cabine, le corse a perdersi con la fidanzatina per rubare un bacio. 

Ricordo l'assenza della paura quando andavamo incontro alle onde, seduti in fila indiana in un trenino che andava incontro ad una montagna d'acqua salata. E chi si alzava beh, lo sapete. 

Ricordo il gusto dei ghiaccioli, diverso. La ricerca dell'orzata e la faccia stranita di chi lo cercava nel frigo. 

Ricordo quei sandali che lasciavano l'abbronzatura a quadretti. Imbarazzanti. 

Ricordo che era agosto, vero. Le città assomigliavano al deserto, perché la vacanza era quella e basta. Il tempo era vissuto, lento. 

martedì 25 luglio 2023 7 vostri commenti

Che roba Contessa i Lanzichenecchi!!!

E fu così che un giorno di ordinaria contaminazione sociale Alain Elkann scese in mezzo agli altri. Si fa per dire, cose di classe.
Ma che roba Contessa quindi anche i tatuati vanno in prima e disturbano mentre un uomo con un completo di lino blu finisce il secondo libro della Recherche.
Più che un articolo oserei definirlo un pezzo di teatro dell'assurdo.
Il treno Italo, sedicenni in prima classe, Elkann che legge Proust, la tappa a Caserta e nessuno che lo saluta quando va via.
Non c'è più morale, Contessa!!!
venerdì 21 luglio 2023 5 vostri commenti

Avevamo ragione

Ritrovarsi 22 anni dopo in piazza Alimonda. La stessa strada dove son cresciuto.

I gradini di quella chiesa, saluti e scesi di corsa.

Gli aperitivi nel bar più famoso di Genova, dove tutti hanno imparato a bere e a far bere.

Ora quei volti stanchi, segnati dal tempo. Rassegnati e mai domi.

Perché avevamo ragione e ci hanno massacrato.


lunedì 17 luglio 2023 5 vostri commenti

Come tirare i dadi



“Stanco e perduto. Di colpo mi sento vecchio, il doppio dei miei anni, e penso che anch'io sono stanco e mi sto perdendo per davvero. Poi penso a lei che, nella stanza accanto, dorme un sonno stregato, lei che da madre si è trasformata in una fitta all'altezza dello sterno.”

Chi si prende cura di chi cura? Di chi assiste? Di chi rimane spesso inerme davanti ai cambiamenti che impone una malattia?
Ogni giorno è come tirare un dado, sperando di fare il numero massimo. Spesso non accade e allora bisogna cercare nella cassetta degli strumenti per sopravvivere ad una quotidianità così diversa da quella di una volta.
Sto cercando di imparare ad essere un figlio che ha a che fare col dolore della malattia.
Quando poche righe di un libro, tra le prime pagine, fanno capire che è un sentiero già battuto da altri.
In salita, tanto.
lunedì 19 giugno 2023 12 vostri commenti

SI chiamava Moshin

Si chiamava Moshin Shazad aveva 32 anni.
Un uomo.
Espressione seria, due figli piccoli, moglie e madre da mantenere.
Partito da Lalamusa, Pakistan, uno di quei paese dove noi occidentali ogni tanto andiamo, facciamo un po' di casino e poi lasciamo le macerie.
Non riusciva a trovare un lavoro stabile, un problema se le bocche da sfamare diventano tante. Non come cercare posto sotto casa alla sera, un problema vero, serio.
Prima di imbarcarsi da Tobruk, Libia, ha telefonato al cugino. Doveva raggiungerlo in Norvegia. Non era solo, c'erano 4 amici con lui.
E' naufragato il 14 giugno, davanti alle coste della Grecia, disperso.
Si chiamava Moshin Shazad aveva 32 anni.
Un uomo, non un numero.
venerdì 16 giugno 2023 7 vostri commenti

Buio

Non sappiamo nemmeno il numero esatto, perché fondamentalmente ormai il mondo da per scontato che quelle morti facciano parte della normalità. 

Più di 600 persone morte in fondo al mare. 

100 bambini. La strage più grande del mediterraneo che verrà dimenticata in pochi giorni. 

Questa è una società che ingoia tutto. Un pensiero individualista che ormai troviamo in ogni angolo della strada, che porta le persone a dire "l'importante è che io sia al sicuro".   Il resto non conta. 

Ci stiamo dimenticando di "quel resto". Non siamo più umani. L'Italia si è fermata per sette giorni che rimarranno una vergogna storica, mentre tira dritto senza voltarsi davanti alle violenze, alle morti sul lavoro e alle persone che affogano mentre stanno cercando una speranza. 

E' notte. 

Fonda. 

martedì 13 giugno 2023 10 vostri commenti

Quando non tocchi mai il fondo

Nel 2022 ci sono stati 1090 morti sul lavoro.

Nemmeno un'ora di lutto nel Parlamento della vergogna.

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